Un carabiniere Residente a Gorizia ed in forza al 13° Reggimento «Friuli-Venezia Giulia» è stato ucciso da un razzo in Afghanistan in un campo di addestramento della polizia afghana, ad Adraskan, altri due colleghi sono rimasti feriti.
Manuele Braj
I giovani morti in attentati o incidenti in Afghanistan sono 51 e diversi provenivano proprio dal Reggimento di stanza a Gorizia come i carabinieri dell’attentato di Nassyria.
Sono circa 4.200 i militari italiani schierati nell’ovest dell’Afghanistan: nel 2013 e 2014 ci sarà una progressiva riduzione, per arrivare alla fine di quell’anno, al termine della missione Isaf.
Viste le difficoltà dell’Italia ad uscire dalla attuale crisi economica e la necessità di risparmiare sulle spese correnti dello stato, non si potrebbe rivedere questo piano di rientro?
«L’Italia purtroppo anche oggi – ha detto il presidente del Senato Renato Schifani – paga un prezzo altissimo per la tutela della democrazia e della libertà in Afghanistan. Una missione fondamentale per la sicurezza internazionale».
Forse i tempi sono cambiati, sia in Afghanistan sia in Italia, ed i programmi vanno rivisti, anche per risparmiare la vita di giovani ragazzi.
Il presidente del consiglio Mario Monti dice: «Il nostro paese sta facendo uno sforzo molto grande in Afghanistan a sostegno della stabilità e della sicurezza contro il terrorismo internazionale».
Le missioni italiane all’estero sono molte, non c’è solo questa in Afghanistan, l’Italia è impegnata in Libia , Libano, Balcani, Iraq, Pakistan, Myanmar.
Ce le possiamo ancora permettere?
Quanto spediamo ogni anno per missioni all’estero?
A queste operazioni vanno ad aggiungersi i costi delle operazioni Ue e Nato.
Non potremmo dirottare parte di questi fondi al finanziamento di altri interventi interni urgenti o alla riduzione del debito pubblico?