Questi sono i giorni dell’Estate di San Martino e il proverbio, il nome con cui viene indicato il periodo autunnale in cui si verificano con ricorrenza condizioni climatiche di bel tempo e relativo tepore. Da qui il proverbio ‘L’estate di San Martin dura tre dì e un pochettin”.
11 novembre 1918 alle ore 11 con la firma dell‘armistizio da parte della Germania, TERMINA la Prima GUERRA MONDIALE.
In un vagone ferroviario nella foresta di Compiègne in Francia, viene firmato l’armistizio tra la Francia e la Germania in presenza del maresciallo Foch e del generale Weygand e si conclude così la prima guerra mondiale iniziata il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra da parte dell’Austria-Ungheria al regno di Serbia. La crisi diplomatica era iniziata il 28 giugno a Sarajevo con l’assassinio dell’Arciduca Francesco Ferdinanado e della moglie Sofia. le trattative per arrivare alla firma dell’armistizio furono lunghe e difficili, ma alla fine la Germania dovette cedere e sottostare alle dure condizioni imposte dall’Intesa.
11 novembre è la festa di San Martino, in ricordo di Martino di Tours, vescovo nato nel 316 in Ungheria da un tribuno romana che gli ddiede il nome martino in onore del dio della guerra Marte.
L’estate di San martino dura tre giorni e un pochino …
11 novembre, nei secoli passati era tradizionalmente la data di scadenza dei contratti di affitto, in particolare dei fondi rustici.
La data infatti si collocata alla fine dell’annata agricola e al principio della stagione invernale e così, per tradizione i contratti scadevano nel giorno di San Martino. Di questa antica usanza è rimasto il detto ‘fare San martino’ per indicare il trasloco. In questa data gli affittuari dovevano lasciare la casa, caricare le povere masserizie su di un carro e cambiare padrone e terra da coltivare, sempre che avessero trovato un nuovo contratto. Non sempre quindi ‘fare San Martino’ aveva un significato positivo e festoso, spesso il nuovo contratto non c’era o si trattava di un podere più povero.
Ma S. Martino è anche il protettore dei … cornuti. La notte prima della ricorrenza dell’11 novembre, davanti alla porto di chi si riteneva “cornuto contento” e cioè che sopportava il tredimento per opportunità, venivano poste infiorate di mortadella, di fiori, di nastri, di corna, di sonetti, oppure rena gialla sparsa per terra a sottolineare a tutti la cornutaggine dell’abitante nella casa.
Perchè san Martino è il “santo dei cornuti”? Secondo la mitologia latino-romana l’amore adulterino di Marte (di cui Martino è il diminutivo), Dio della guerra, e Venere, Dea dell’amore, fu sorpreso da Vulcano, Dio del fuoco e marito della Dea della bellezza. Gli amanti furono rinchiusi da Vulcano in una rete di ferro per mostrarli agli Dei e averli quindi testimoni del torto subito. Ma gli Dei dell’Olimpo lo sbeffeggiarono e lo derisero, così la delusione di Vulcano fu ancora più atroce; forse proprio in quella vicenda va collocata l’origine di “un detto” che dura da secoli: “cornuto e mazziato” o anche “becco e contento”.