Auguri a tutte le RENATA e i RENATO.
Il 12 novembre si festeggia San Renato di Angers Vescovo.
Renato e Renata hanno un onomastico poco conosciuto, ma la chiesa ricorda ben due santi di nome Renato.
La storia/leggenda dei due santi con lo stesso nome è particolare per questo ripropongo l’articolo già pubblicato per festeggiare mia sorella. Ero sempre la prima a farle gli auguri … da lassù ancora mi vede e mi ascolta.
Ecco la storia dei due Santi
San Renato di Sorrento Vescovo che si celebra il 6 ottobre,
San Renato di Angers Vescovo, 12 novembre.
Ecco una figura di Santo che è il risultato, per usare un termine di attualità, di una ” collaborazione internazionale “. E’ formata infatti dalla sovrapposizione di due leggende, una fiorita in Francia, l’altra in Italia, a Sorrento.
La diocesi di Sorrento, che ha una storia antichissima, ricordava tra i suoi pastori dei primi secoli un Vescovo di nome Renato. Un giorno, nel IX secolo, questo antico personaggio era apparso in visione a Sant’Antonino Abate, patrono di Sorrento, in una grotta dov’egli viveva come eremita. Egli lo descrisse come un vecchio venerando, con la testa calva e una gran barba a cornice del volto rugoso.
In Francia, d’altra parte, nella città di Angers, si raccontava la colorita storia di quanto era accaduto a San Maurilio, Vescovo del V secolo. Chiamato per assistere un bambino moribondo, il Vescovo si attardò in Chiesa per una funzione, e quando giunse alla casa del bambino, lo trovò già morto, prima di aver ricevuto il Battesimo .Sentendosi responsabile di quella perdita, il Vescovo Maurilio volle espiarla severamente. Lasciò in segreto Angers e s’imbarcò su una nave. Giunto in alto mare, gettò alle onde le chiavi del tesoro della cattedrale e dei reliquiari dei Santi. Giunto in Inghilterra, s’impegnò come giardiniere reale. Intanto i fedeli lo cercavano, e un giorno, nel fegato di un grosso pesce, ritrovarono le chiavi gettate dal Vescovo fuggitivo. Seguendo quella traccia, giunsero in Inghilterra e riconobbero il Vescovo nelle vesti del giardiniere. Lo convinsero a ritornare ad Angers, e qui giunto per prima cosa il Vescovo si recò a pregare sulla tomba dei bambino morto senza Battesimo.
Pregò a lungo, con affettuosa commozione. Ad un tratto le zolle si ruppero, e dalla fossa si levò sorridendo il bambino, fresco come i fiori cresciuti sopra la sepoltura. Quel bimbo prodigiosamente resuscitato era anch’egli destinato alla santità. Visse accanto al Vescovo, gli successe sulla cattedra di Angers, e fu San Renato, in francese re-né, cioè nato di nuovo.
Nel 1262, un Principe di quella Casa, Carlo d’Angiò, venne in Italia per cacciarne gli Imperatori tedeschi della Casa di Svevia. Egli conquistò il Reame di Napoli, sconfiggendo e mandando a morte gli ultimi Svevi, Manfredi e Corradino .Gli Angioini restarono nell’Italia meridionale per quasi due secoli, stabilendo stretti rapporti tra la dinastia francese e la popolazione locale. A Sorrento trovarono un nome familiare nella devozione cristiana: quello di Renato. I Napoletani , dal canto loro, conobbero la leggenda del René francese, il Santo risuscitato.
La leggenda venne ampliata raccontando come, nella vecchiaia, il Vescovo di Angers fosse venuto a Sorrento per vivervi come eremita in una grotta, prima di essere eletto pastore della città delle sirene.Si formò, così, da questa ” collaborazione internazionale “, la figura di San Renato quale è stata conosciuta e venerata nei secoli successivi.
Un Santo caro a due popoli diversi e anche ostili, accomunati, e anche affratellati, dalla pietà e nella devozione.