Continua il fuc di Sant Antoni ! :-0
Secondo la tradizione popolare, alcune persone hanno la capacità di saper dominare ed estinguere il fuoco di S.Antonio. Conoscono la ricetta per affrontare una malattia che nel nome stesso evoca le sofferenze che l’accompagnano e l’ invocazione di esserne liberati.
Il fuoco sacro o herpes zoster è anche detta la ” MALATTIA DEGLI ARDENTI” che, nel significato esoterico, voleva indicare quelle persone che potevano “ardere” dal fuoco d’Amore Divino e che, solo dopo una purificazione spirituale molto forte, avrebbero ricevuto in dono ” il talento di guarire”.
Le parole magiche utilizzate per sconfiggere il male sono:
S. Antonio spegni il fuoco a quest’anima di Dio!
Perchè “fuoco di S.Antonio”?
Nelle rappresentazioni pittoriche di Sant’Antonio Abate sono quasi sempre presenti, insieme ad altri simboli come il porcellino, alcune lingue di fuoco ai piedi dell’eremita dalla lunga barba bianca.
Ciò alluderebbe al fatto che, secondo i biografi, il santo fu tormentato dal diavolo anche con il fuoco. Secondo alcuni quindi proprio per la caratteristica sensazione di bruciore doloroso che i malati accusano nelle parti del corpo colpite dall’herpes questo é stato chiamato fuoco di S.Antonio.
S. Antonio Abate (non quello detto da Padova ma nato a Lisbona, è nato in Egitto, a Coma, una località sulla riva sinistra del Nilo, intorno all’anno 250, fu un eremita tra i più rigorosi nella storia del Cristianesimo antico.
Abbiamo molte notizie della sua vita grazie alla biografia scritta dal suo discepolo Atanasio?
.Malgrado appartenesse ad una famiglia piuttosto agiata, mostrò sin da giovane poco interesse per le lusinghe e per il lusso della vita mondana: alle feste ed ai banchetti infatti preferiva il lavoro e la meditazione e alla morte dei genitori distribuì tutte le sue sostanze ai poveri, si ritirò nel deserto e li cominciò la sua vita di penitente.
Compiuta la sua scelta di vivere come eremita, trascorse molti anni vivendo in un’antica tomba scavata nella roccia.Fu un insigne padre del monachesimo orientale.Negli ultimi anni accolse presso di sé due monaci che l’accudirono nell’estrema vecchiaia; morì a 106 anni, il 17 gennaio del 356.
La sua presenza aveva attirato anche qui tante persone desiderose di vita spirituale e tanti scelsero di essere monaci.
Le sue reliquie nel 635 furono portate a Costantinopoli, e poi sembra che siano state trasportate fino in Francia tra il sec IX e il X dove oggi si venerano nella chiesa di Saint Julian, ad Arles.
L’attributo principale di Sant’Antonio Abate consiste in un bastone con il simbolo del Tau con in cima la campanella, gli altri attributi secondari sono il fuoco, che egli toccava a mani nude, il libro, il porcello. La ricorrenza di Sant’Antonio Abate si celebra il 17 gennaio.
Antonio abate essendo patrono del fuoco, è stato considerato guaritore dell’ herpes zoster, chiamato “fuoco di Sant’ Antonio” e del “fuoco sacro”.
È anche il patrono dei vigili del fuoco ed è invocato per scongiurare incendi.
I riti che si compiono ogni anno in occasione della festa di S. Antonio sono antichissimi e legati strettamente alla vita contadina e fanno di Antonio Abate un vero e proprio “santo” del popolo.
È considerato il protettore contro le epidemie di alcune malattie non solo dell’uomo, ma anche degli animali. E’ pertanto considerato protettore del bestiame e la sua effigie viene o meglio veniva collocata sulla porta delle stalle.
Nella notte tra il 16 e il 17 gennaio, si faceva festa, bruciando grandi castagne di legna, dette, appunto, i “falò di Sant’Antonio”. Le ceneri, chiuse in sacchetti tenuti nelle tasche degli abiti servivano come amuleti: tenevano lontano le malattie e le persone portatrici di guai.