21 maggio di ogni anno, proclamata dalle Nazioni Unite nel 2002, su iniziativa dell’ UNESCO, si celebra in tutto il mondo la GIORNATA MONDIALE PER LA DIVERSITÀ CULTURALE, IL DIALOGO E LO SVILUPPO, per accrescere la consapevolezza dell’importanza della diversità e del dialogo tra le differenti culture, sottolineare l’importanza strategica del rispetto e della comprensione delle culture dei popoli, per costruire la pace e promuovere azioni di sviluppo economico e sociale, senza impatti negativi sulle comunità di riferimento.
Una giornata per dimostrare come la comprensione e il dialogo interculturali siano essenziali per la realizzazione di un mondo più pacifico, dove la cultura gioca un ruolo fondamentale per lo sviluppo. Un tema difficile da affrontare in un periodo di migrazioni si massa, di sterminio delle minoranze etniche o religiose, di distruzione di monumenti e beni patrimonio di tutta l’umanità.
Alla luce di tali considerazioni la Commissione Nazionale Italiana UNESCO e il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno hanno scelto di celebrare la Giornata in un luogo di frontiera, una terra di incontro fra alcune delle culture fondanti dell’Europa, quella latina, tedesca e slava, e che ha rappresentato per decenni uno dei più sensibili punti di confine – e di conflitto – tra Est e Ovest.
La Giornata Mondiale della Diversità Culturale per il Dialogo e lo Sviluppo si svolgerà dunque a Duino, in stretta collaborazione con il Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico, un’istituzione che si impegna da anni nell’educazione di giovani provenienti da tutto il mondo a una cultura del dialogo e della pace.
Studenti e intellettuali, istituzioni e società civile, si riuniranno a pochi chilometri da Trieste, una città che è testimonianza perenne – con gli intellettuali, poeti e scrittori, che l’hanno vissuta e attraversata, da Saba a Rilke a Svevo a Joyce – della straordinaria vitalità e ricchezza che nascono dalla mescolanza di diverse culture, per ribadire con forza che tramite l’educazione, la scienza e la cultura è davvero possibile costruire un futuro di giustizia e di pace.
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Nel 1786, l’imperatore Giuseppe II ordinò la demolizione della chiesa, poi di nuovo ricostruita.
Il monte fu un importante obiettivo strategico durante la prima guerra mondiale, teatro di feroci battaglie. Nei pressi della vetta è allestita una mostra del Fronte dell’Isonzo, dedicata ai civili e ai militari di tutte le nazionalità che vi persero la vita, ne documenta gli eventi con l’esposizione di oggetti e di fotografie che riflettono gli echi delle battaglie dell’Isonzo.
Durante la guerra la chiesa fu rasa al suolo. La chiesa attuale, in stile neo-barocco, fu costruita tra il 1924 e il 1928 secondo i piani dell’architetto goriziano Silvano Barich, che negli anni precedenti aveva progettato il santuario di Barbana. Il campanile è visibile dalla pianura isontina sopra la vetta del Monte Sabotino.
La basilica dell’Assunzione della Vergine del Monte Santo, sede del Convento dei francescani (Frančiškanski samostan), è da secoli meta di pellegrinaggi delle genti slovene e italiane del Goriziano.