I termini “emoticon” e “emoji” vengono usati spesso come sinonimi, non sono la stessa cosa.
L’emoticon è una rappresentazione tipografica sul display di un viso, e usando
la punteggiatura, fa parte del testo stesso come questa 😉 . La nascita si fa risalire 1982, quando l’informatico Scott Fahlman suggerì che nel sistema messaggistico della Carnegie Mellon University, si sarebbe potuto usare “:-)” e “:-(” per distinguere le battute dalle affermazioni.
Queste diventarono appunto “emotion icon”, cioè emoticon.
Le emoji, invece sono pittogrammi, infatti il nome, infatti, viene a “e” + “moji”, che si può tradurre con pittogramma e sono infatti immagini, trattate dai computer come lettere di una lingua non occidentale, alla stregua dei segni grafici del cinese o del giapponese. Per questo i software devono essere in grado di supportarli, e ogni azienda ha il suo modo, la sua “lettura”.
L’Italia, ha promosso fin dall’inizio l’istituzione della Corte ed è stata tra i primi Paesi a ratificare lo Statuto. I Paesi che hanno ratificato lo Statuto di Roma sono 122, ed io mi domando se i nostri due marò hanno potuto o ne potranno essere agevolati da questo.
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17 luglio 1944 a Firenze si consuma L’eccidio di piazza Tasso per opera delle milizie repubblicane guidate da Giuseppe Bernasconi, braccio destro del famigerato comandante delle SS italiane Mario Carità.
In quel pomeriggio d’estate, molti abitanti del quartiere fiorentino di San Frediano erano in piazza, donne, anziani e bambini dato che i giovani e gli uomini validi erano quasi tutti nascosti per evitare i rastrellamenti.
Ad un certo punto si presentò un camion con a bordo alcuni militi repubblichini e, fermatosi all’angolo tra via Giovanni Villani e viale Francesco Petrarca, gli occupanti aprirono improvvisamente il fuoco sulla gente in piazza.
L’ipotesi più probabile per spiegare l’efferato atto fu quella di una sanguinosa ritorsione contro un quartiere, San Frediano, di solide tradizioni antifasciste e sostenitore della Resistenza.
Sotto il fuoco degli uomini di Bernasconi rimasero cinque vittime, altri abitanti del quartiere furono catturati e di loro si persero le tracce. Solo molti anni dopo, nel 1952, furono ritrovati i loro corpi sul greto del fiume Arno, nei pressi del parco delle Cascine: erano stati fucilati.
La strage è ricordata dal monumento e da una targa posta all’angolo tra la piazza ed il viale Francesco Petrarca.