9 agosto È celebrata oggi la GIORNATA Dei POPOLI INDIGENI che sono più di cinquemila, distribuite in quasi 90 paesi del mondo. Queste popolazioni vengono comunemente definite “indigene” sono 370 milioni di persone che parlano lingue ed hanno culture diverse tra loro.
Una enorme diversità antropologica e culturale che le Nazioni Unite vogliono difendere con la Giornata internazionale dei popoli indigeni, proclamata dall’Assemblea Generale nel dicembre 1994. La diversità causa loro, purtroppo, emarginazione in diverse forme, fino all’esclusione sociale.
Segretario Generale Ban Ki-moon ha sottolineato la necessità di includere rappresentanti dei popoli indigeni in tutti i livelli del processo decisionale. Le loro tradizioni culturali sono molto diverse, ma tutti hanno in comune un le discriminazioni e le lotte per la rivendicazione dei loro diritti. Privati delle loro terre, trattati come cittadini di second’ordine rispetto alla società nazionale, vittime di soprusi e di intimidazioni, con grande tenacia cercano di preservare la loro identità culturale e salvaguardare le loro risorse tradizionali.
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9 agosto 1918 D’Annunzio compie finalmente IL VOLO SU VIENNA programmato già da tempo e tentato già il 2 e 8 agosto e rinviato per condizioni atmosferiche avverse.
Finalmente la mattina del 9 agosto partirono undici velivoli ANSALDO S.V.A. ed il biposto di D’Annunzio dal campo di aviazione di San Pelagio vicino a Padova. Due velivoli dovettero atterrare non appena partiti, un terzo costretto ad atterrare per noie al motore, posandosi sul campo di Wiener Neustadt ed incendiandolo prima della cattura.
Gli altri nove compirono l’impresa, giunsero su Vienna e lanciarono 50 000 copie di un manifestino in italiano preparato da D’Annunzio ed altre 350.000 preparate da Orjetti e tradotte anche in tedesco. Il ritorno avvenne dopo poco meno di 7 ore e mille chilometri di volo, sempre allo stesso aeroporto di partenza.
L’impressione che questo raid produsse in Italia e nel mondo fu enorme. A Roma fu lanciata la proposta d’incoronare D’Annunzio sul Campidoglio, ma egli rifiutò. Fece molta impressione anche a Vienna, manifestini vennero gelosamente conservati dai viennesi, tanto più in un momento in cui c’era forte penuria di alimenti e tanta sfiducia nelle sorti della guerra.
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9 agosto 1945 la bomba atomica Fat Man viene sganciata anche su Nagasaki, uno dei maggiori porti del Giappone meridionale, dopo quella del 6 agosto su Hiroshima con la Little boy.
Nagasaki era di grande importanza bellica a causa delle sue diversificate attività industriali, che spaziavano nella produzione di munizioni, navi, equipaggiamenti militari e altri materiali bellici. La gran parte delle abitazioni era costruita con una struttura in legno, o addirittura interamente in legno, e con i tetti in mattonelle.
Molte delle piccole industrie e dei vari stabilimenti ospitavano nelle vicinanze alloggi in legno per gli operai, quindi facilmente infiammabili e ovviamente non in grado di sostenere l’esplosione di bombe, men che meno nucleari.
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