13 luglio 1814 è formalmente istituito il CORPO DEI REALI CARABINIERI con le “Regie Patenti“. Il Corpo nasce da un’idea di Vittorio Emanuele I di Savoia allo scopo di fornire al Regno un corpo di polizia simile a quello francese della Gendarmerie. Il loro nome deriva dall’arma che ogni carabiniere aveva in dotazione: la carabina. I colori scarlatto e turchino del pennacchio furono scelti successivamente nel 1833 dal re Carlo Alberto. I compiti di polizia in quel periodo erano svolti dai Dragoni di Sardegna, corpo creato nel 1726 e composto da volontari.
Al Corpo dei Reali Carabinieri vennero via via assegnate crescenti funzioni di polizia e raccoglievano l’eredità dei Reali Cavalleggeri che, a loro volta discendendo dal corpo dei Cacciatori Reali.
P molto tempo restò un corpo d’élite, tutti i Carabinieri dovevano saper leggere e scrivere, cosa rara al tempo. L’arma tipica era ovviamente la carabina, ancora utilizzata fino ad alcuni anni fa esclusivamente nelle cerimonie, e ultimamente sostituita anche in queste circostanze dal più moderno fucile d’assalto Beretta AR 70/90. I Carabinieri diventarono “Arma” l’8 maggio 1861, raggiungendo il rango delle suddivisioni principali del Regio Esercito, quali fanteria, artiglieria, cavalleria, anzi, poiché venne definito che i Carabinieri erano la prima Arma dell’Esercito, divennero “l’Arma” per antonomasia.
La prima partecipazione ad un conflitto si ebbe l’anno successivo con la BATTAGLIA DI GLENOBLE del 6 luglio del 1815
..
di Firenze, a pochi mesi dall’annessione del Granducato di Toscana al Regno di Sardegna. La Nazione è il primo quotidiano italiano a diffusione nazionale che già al momento della sua nascita veniva redatto come giornale quotidiano inteso in senso odierno, con uscita giornaliera e con varie informazioni.
13 luglio 1878 si conclude il CONGRESSO DI BERLINO iniziato il 13 giugno, promosso dall’Austria e accettato dalle altre potenze europee per rettificare il trattato di Pace di Santo Stefano, con il quale la Russia, dopo aver sconfitto la Turchia nella Guerra del 1877-1878, aveva accresciuto il suo potere nei Balcani.
Il Congresso rettificò, rispetto alla Pace di Santo Stefano, la destinazione dei territori turchi in Europa: ridimensionò e divise la nascente Bulgaria, satellite della Russia, e stabilì l’amministrazione austriaca della Bosnia. Confermò invece l’indipendenza della Romania, della Serbia e del Montenegro.
Dopo la chiusura dei lavori, mentre gli austriaci si meravigliavano dell’atteggiamento ostile delle popolazioni appena liberate dal giogo turco in Bosnia e prendevano le relative contromisure militari, negli altri Paesi si tiravano le somme delle contrattazioni appena concluse.
L’Itlalia aveva partecipato con Corti sperando di ottenere il Trentino dall’Austria, ma l’assegnazione di questo o di altri territori minori, avrebbe compromesso le relazioni dell’Italia con altre potenze o l’avrebbero impegnata per il futuro. Di fronte all’opinione pubblica, il delegato italiano tornò da Berlino senza risultati: fu male accolto anche nelle vie di Milano. Venne fatto segno di attacchi pesantissimi e il 16 ottobre 1878 si dimise.