25 aprile dal 2007 l’Assemblea mondiale della salute dell’ONU ha istituito la GIORNATA MONDIALE CONTRO LA MALARIA far conoscere ed educare su questa grave malattia, per diffondere informazioni sulle strategie di controllo della malattia. Prima della dichiarazione dell’ONU il 25 aprile si teneva l’Africa Malaria Day.
Ogni giorno muoiono circa 1.300 bambini nell’Africa subsahariana a causa della malaria, una patologia provocata da parassiti protozoi del genere Plasmodium, i cui vettori sono zanzare del genere Anopheles. Nel 2014 circa 200 milioni di persone nel mondo sono rimaste infettate e circa un milione sono morte di cui il 78% bambini.
La Fondazione Bill Gates ha finanziato gli studi per un vaccino che non funziona come si poteva sperare, ma i dati fanno comunque intravedere spiragli di luce per il futuro, soprattutto per la gran mole di dati raccolti in venti anni di studi.
25 aprile 1945 L’esercito nazifascista si arrende e lascia l’Italia dopo le insurrezioni partigiane a Genova, Milano e Torino, ponendo fine all’occupazione tedesca in Italia: l’evento viene ricordato ogni anno dalla Festa della Liberazione. In occasione del 70‘ anniversario che ricorre quest’anno sono previsti numerosi festeggiamenti, eventi, incontri. Una giornata per ricordare la libertà di cantare e ballare che circolo in tutta l’Italia nel 1945.
25 aprile 1945 a San Francisco in California Cinquanta Stati del mondo fondano le Nazioni Unite. Durante una conferenza internazionale iniziata appunto il 25 aprile si arriva il 26 giugno alla firma dello Statuto delle Nazioni Unite che entrerà in vigore il 24 ottobre, sancendo l’effettiva nascita dell’ONU.
25 aprile 1926 alla Scala di Milano viene rappresentata per la prima volta la TURANDOT l’opera lasciata incompiuta da Giacomo Puccini, morto il 29 novembre 1924, e completata da Franco Alfano.
Il direttore dell’orchestra era Arturo TOSCANINI che arrestò la rappresentazione a metà del terzo atto, due battute dopo il verso «Dormi, oblia, Liù, poesia!» (alla morte di Liù), ovvero dopo l’ultima pagina completata dall’autore, rivolgendosi al pubblico con queste parole: «Qui termina la rappresentazione perché a questo punto il Maestro è morto.» La sera seguente, l’opera fu rappresentata per intero includendo anche il finale di Alfano.