28 giugno oggi nel mondo è la giornata dell’orgoglio Gay, il GAY PRIDE’, la fierezza cioè di essere quel che si è, da parte delle persone omosessuali senza vergogna e senza doversi nascondere. La data ricorda “I Moti di Stonewall” del 1969, una serie di scontri violenti fra gli omosessuali e la polizia a New York che irruppe nel bar gay chiamato “Stonewall Inn”. La data viene considerata il momento di nascita del movimento di liberazione gay moderno in tutto il mondo, “giornata mondiale dell’orgoglio LGBT” o “Gay pride“.
Tre sono le rivendicazioni dell’orgoglio gay:
- che le persone dovrebbero essere fiere di ciò che sono,
- che la diversità sessuale è un dono e non una vergogna,
- che l’orientamento sessuale e l’identità di genere sono innati o comunque non possono essere alterati intenzionalmente.
Concordo pienamente sulla completa libertà di ciascuno di vivere la propria vita sentimentale in piena libertà, senza timore di convenzioni sociali e pregiudizi, ma non sono d’accordo sulle manifestazioni eccessive e violente.
È giusto che le coppie gay vivano la loro storia sentimentale in tranquillità e senza discriminazioni, tutelati dalla legge come le coppie etero, senza parlare però di matrimonio parola che deriva dal latino matrimonium, unione di due parole latine, mater, madre, genitrice e munus, compito, dovere. Il matrimonium era pertanto nel diritto romano un “compito della madre”, intendendosi il matrimonio come un legame che rendeva legittimi i figli nati dall’unione.
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28 giugno la festa di oggi a #EXPO è per la Giornata Nazionale del MALI con tutte le celebrazioni di rito seguite dalla visita del Padiglione inserito nel
Cluster Zone Aride.
Il Mali è fra i Paesi più poveri del Pianeta, la popolazione si concentra al 90% nel sud dello Stato, dove c’è un clima più accettabile e alcune risorse idriche grazie a fiumi come il Niger. Situato nell’Africa occidentale, senza sbocchi sul mare, buona parte del suo territorio è desertico o comunque piuttosto arido ed inadatto all’agricoltura.
Il suo spazio espositivo ricorda le tipiche atmosfere tuareg grazie alla presenza della classica tenda usata dalla popolazione berbera per accamparsi nel deserto. Oltre alla tenda ci sono gli altri due elementi essenziali alla vita del,paese, la canoa e il pozzo.
Interessanti i prodotti dell’artigianato, dai gioielli agli strumenti musicali come la kora, uno dei più comuni dell’Africa occidentale.
Anni fa alcuni lavoratori devolvevano un ora di lavoro per la campagna “un rubinetto per il Mali”, che fine hanno fatto i fondi raccolti?
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28 giugno 1914 a Sarajevo si festeggiava S. Vito con solenni celebrazioni per
la festa nazionale serba, quando vengono uccisi Francesco Ferdinando d’Asburgo-Este e sua moglie Sofia dal nazionalista serbo Gavrilo Princip.
L’episodio viene preso come casus belli della prima guerra mondiale che scoppierà dopo un mese, il 28 luglio l’Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia. Il conflitto che era alle porte sarebbe stato senza precedenti nella storia e avrebbe richiesto la mobilitazione di oltre 70 milioni di uomini e la morte di oltre 9 milioni di soldati e almeno 5 milioni di civili, morti non solo per le ferita di armi da fuoco e bombe, ma anche per le infezioni e le malattie conseguenti.
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28 giugno 1919 Viene firmato il Trattato di Versailles, uno dei trattati di pace che pose ufficialmente fine alla prima guerra mondiale. Fu stipulato
nell’ambito della Conferenza di pace di Parigi del 1919-1920 e firmato da 44 Stati.
La Germania fu costretta a pagare agli alleati 6.600.000.000 di sterline (132 miliardi di marchi oro), cedere tutte le colonie, accettare la colpa per la guerra, ridurre le dimensioni delle sue forze armate (sei navi da guerra, 100.000 soldati e nessuna aviazione) e cedere territorio a favore di altri Stati, tra cui Belgio, Francia, Danimarca e Polonia.
Gli Stati Uniti d’America non ratificarono mai il trattato e in seguito negoziarono una pace separata con la Germania: il trattato di Berlino del 1921, che confermò il pagamento delle riparazioni e altre disposizioni del trattato di Versailles ma escluse esplicitamente tutti gli articoli correlati alla Società delle Nazioni.
Per l’Italia si parlô di vittoria mutilata, in quanto non ottenne tutti i territori pattuiti, in particolare Fiume e la Dalmazia.